Il nome della nostra società, Alchemy, prende spunto dal doppio album dal vivo dei Dire Straits del 1984. Oltre alla bellezza del disco e al fatto che uno dei soci sia un appassionato, uno dei motivi per cui ci siamo ispirati proprio ad Alchemy è che fu dato alle stampe senza ritocchi in studio né sovraincisioni di alcun genere, così da salvaguardarne la naturalezza della registrazione live.

La nostra società è nata così dall’idea dei soci di fare un software che rispondesse alle esigenze che gli studi professionali di vario genere possono riscontrare nella routine lavorativa e facendo in modo che il cliente con naturalezza potesse adattare e manipolare il programma rendendolo proprio così da trasportare l’organizzazione del proprio ufficio nel mondo informatico.

Spesso le software house nascono con un’impronta ben definita caratterizzata o da bravi programmatori oppure da ottimi analisti che immaginano l’esigenza del cliente trasformandola in un programma.

In Alchemy Project tutto è nato dall’esigenza del primo socio – Patrizia – che l’ha raccontata al secondo socio – Giorgio – analista informatico che poi ha rielaborato l’idea trasferendola al programmatore finale – Giancarlo -.

Il processo della genesi di Alchemy Project è quindi inverso rispetto a quanto accade di solito e l’alchimia che ne è sbocciata ha tutte le carte in regola per essere vincente proprio perché va ad occupare una fetta di mercato inflazionato da programmi che fanno di tutto senza però rispondere al reale bisogno del cliente.

La nostra ambizione è che ognuno modelli i nostri software a immagine e somiglianza dei propri processi aziendali “trasformando il metallo in oro”.